Ai nostri tempi era diverso. Quando eravamo piccoli noi, i babbi (perché le mamme no, non l’ho mai capito!) custodivano gelosamente le loro macchine fotografiche. Di solito venivano acquistate alla nascita del primo figlio. Spesso venivano affiancate anche dalla cinepresa, che però solo i più tecnologici riuscivano a gestire: il mio babbo la mollò al secondo filmino e tutt’ora è riposta in gran segreto in un mobile del tinello. Roba d’altri tempi, il tinello e la cinepresa… Altri tempi che, però, hanno permesso ai nostri ricordi di arrivare integri fino ai giorni nostri: ogni vacanza, ogni viaggio, ogni compleanno, comunione o festa comandata veniva immortalato. Ricordo bene la gestione dei rullini: da dodici, da ventiquattro o da trentasei. Adesso io dodici scatti li faccio in un minuto ai Toparchi che giocano in giardino, ma le foto, dove sono? Di quando io ero piccola le foto, invece, ci sono eccome: quelle di eventi importanti negli album, le altre nei portafoto che venivano regalati dai fotografi quando si andavano a ritirare le foto dopo lo sviluppo.
La prima macchina fotografica mi è stata regalata dai miei zii per la comunione. In un attimo soppiantò la reflex del mio babbo: molto più comoda e poi, almeno, io non tagliavo le teste come lui ha sempre fatto, perché ogni volta che ritiravamo le foto scattate da lui c’era il toto teste: a chi l’avrà tagliata, stavolta? E se non erano le teste, erano i piedi: una foto d’un cristiano intero non l’ha mai fatta. E, ovviamente, questo era un motivo di risata e di divertimento.
I bimbi “moderni”, invece, non conosceranno mai l’attesa del <<chissà come saranno venute le foto>>: loro crescono con le foto ed i filmati che, subito dopo fatti, rivedono sugli schermi dei telefoni dei genitori. Quando ho comprato la stampante nuova, mi sono imposta di prenderla capace di stampare foto. Ho anche comprato fogli, piccoli e grandi, per stampa fotografica. Secondo voi li ho usati? Ma certo che no! Sono ancora lì dove li ho messi appena comprati. Potrebbero andare a far compagnia alla cinepresa del mio babbo. Poretta, quasi quarant’anni da sola, chissà quanto si dev’essere annoiata!
Invece un’idea che mi piace molto e che voglio provare al più presto è quella dei fotolibri: immagini che compongono pagine e costruiscono storie. Con Cewe si creano facili e divertenti fotolibri, magari proprio insieme ai bimbi. Ci pensate che bello ricostruire una vacanza (ma anche un momento di vita) con le foto e poi ottenerne un libro stampato?
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